L’uomo avanzò cautamente nell’ombra.
Con passo felpato attraversò il corridoio silenzioso ed entrò nella sala. Si guardò intorno.
Nonostante il buio, nelle teche soffusamente illuminate rilucevano tesori di ogni tipo.
Anelli, diademi, collane e bracciali preziosi sfavillavano nelle loro vetrine, mandando bagliori luccicanti.
L’uomo lanciò un’occhiata distratta a quei tesori.
Poi sorrise e proseguì silenziosamente.
Attraversò altre sale, con movimenti morbidi e serpentini, quasi impercettibili.
Ad un tratto percepì un lieve rumore, come uno scricchiolio.
Tese l’orecchio e si fermò ad ascoltare, immobile come una statua di cera.
Nei secondi che seguirono, il silenzio nelle sale del Museo fu così intenso da far paura.
L’uomo trattenne il respiro ancora per qualche secondo, poi riprese a muoversi ancor più prudentemente, scivolando nei corridoi bui e silenziosi come un’ombra tra le inferriate di un cancello.
Si introdusse furtivamente in un’altra sala con decine di vetrinette illuminate, ognuna contenente un prezioso reperto storico.
L’uomo, senza indugiare, si diresse con passo deciso verso un fascio di luce giallastra.
Il faretto illuminava una teca di vetro massiccio all’interno della quale riluceva un foglio ingiallito dal tempo.
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