Entra una luce lattiginosa dalla finestra che Adriana non ama oscurare chiudendo imposte interne e persiane. È sveglia da un po’, ma a lei piace poltrire e pensare blandamente a quello che farà in giornata e, in modo molto più appagante, a Nicola, ai momenti che passano insieme e alla loro vita futura.
In quel preciso istante però pensa a Vanina, la sua amica del cuore, che in quel giorno compie ventiquattro anni. Si chiede cosa le potrebbe regalare, considerando che Vanina ha praticamente tutto, libri, ninnoli, profumi, dischi, ecc. Il tempo però stringe, il lavoro l’aspetta, decide di farsi consigliare dalla mamma e si alza.
La casa si sta svegliando. Passando davanti al bagno, sente l’acqua scorrere nella vasca, segno che il padre si accinge al bagno mattutino, un piacere particolarmente apprezzato, e non solo da lui, dopo la lunga privazione postbellica; girando il corridoio le giungono dalla cucina le voci della madre e di Filomena, la tata-domestica, che preparano la colazione.
Questa è già apparecchiata sul grande tavolo con il ripiano di marmo: tazze e tazzine, il bricco del latte, il cestino con i biscotti - farina, zucchero e uova - sfornati il giorno precedente. Sulla spaziosa cucina economica borbotta una moka.
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