Le braccia mandavano intermittenti segni di stanchezza, l'acqua sembrava diventare più densa ad ogni bracciata, quasi animata di volontà propria, ostacolava sempre di più il suo avanzare. Si voltò per controllare la posizione, vide che era buona. Ridusse il ritmo delle bracciate per recuperare fiato, avrebbe fatto una ripresa finale in grande stile. L'acqua salata infiammava gli occhi, ogni volta che si girava per respirare, il sole li faceva dolere con i suoi raggi caldi. Dava un ritmo di tre bracciate e un respiro. Suo padre gli aveva spiegato che il segreto per vincere a nuoto, è risparmiare al massimo i movimenti. Approfittò di un respiro per darsi un'occhiata alle spalle. Sempre in buona posizione, non doveva mancare molto, aumentò la potenza di bracciata e il dimenarsi dei piedi nell'acqua, respirava ogni quattro bracciate, di più non avrebbe potuto. Si concentrò solo sullo spingere l'acqua dietro di sé. Piccoli aghi cominciavano a infastidirgli la milza, ma la meta era vicina, non osò alzare la testa, per non perdere il ritmo della sua nuotata. Ad un certo punto le braccia grattarono il fondo, con uno scatto si portò in piedi, corse più velocemente che poté, con l'acqua che gli lambiva il costume giallo decorato da pesciolini colorati. Appena fuori dall'acqua si voltò verso il mare con il pugno destro alzato e il pollice dischiuso, nell'inconfondibile gesto che significa "primo". Si lasciò andare sulla sabbia calda, ingoiando grosse boccate d'aria, il cuore occupava gran parte del petto col suo pulsare violento.
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