Uno, due, tre…
Tanti bambini corrono
in un vivace girotondo.
sfiorano appena
il selciato
e girano, girano
intorno alle panchine,
ai vecchi immobili,
agli alberi dai tronchi rigidi,
intorno a me,
rapito dalla loro agilità,
dalla musica
dei loro schiamazzi,
fermo come una statua di sale,
immobile come il tronco
di un olmo
spaccato dal tempo,
intorno ai miei occhi
agili come i loro piedi,
umidi
come i loro corpi giovani,
che non conoscono
la paura del buio eterno
e credono che la vita
essa sia tutta lì:
un eterno girotondo
sotto il cielo dell’estate.
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