Capitolo primo Benedette le gite scolastiche! Quel giovedì ad essere in gita era proprio la classe in cui Enrico aveva lezione all’ultima ora e adesso lui stava arrivando alla cascina con una quarantina di minuti d’anticipo rispetto al solito. Il giovedì, per lui, era diventata la giornata più pesante di tutta la settimana. O forse erano tutti i giorni a scuola che gli stavano diventando più pesanti. Eppure fino a qualche anno prima insegnare non gli era risultato così difficile. Al contrario! Gli piaceva e gli piaceva impiegare tante energie per fare bene il suo lavoro. Certo gli studenti di allora erano ben diversi da quelli di adesso. Questi sembravano fregarsene di tutto e di tutti. Mentre infilava la chiave nella serratura del portoncino Enrico si chiese se, per caso, non fosse lui che stava diventando diverso da quello di qualche anno prima. E di colpo gli tornò alla mente il sorriso ironico con cui, lui ed i colleghi suoi coetanei, commentavano anni prima le stesse lamentele espresse da qualche insegnante vicino alla pensione. Che stesse arrivando anche per lui il momento di cominciare a pensare alla pensione? Non aveva proprio voglia di affrontare il problema, non in quel giorno ed in quel momento. Adesso voleva solo pranzare in pace con Lucia e poi stendersi sul divano e farsi la solita dormitina prima di impegnarsi in qualche lavoro fino all’ora di cena. Percorse gli ultimi metri della strada bianca che portava alla cascina ed andò a fermarsi davanti al cancello scorrevole. Mentre scendeva per aprirlo Enrico si chiese se non fosse il caso, una volta per tutte, di motorizzarlo e dotarlo di un telecomando. Subito dopo gli venne da sorridere: una cosa del genere gli veniva in mente ogni volta che doveva scendere dall’auto sotto un cielo plumbeo col vento freddo che ti tagliava la pelle e la pioggia incombente.
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